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Il commento di una lettrice di Vanity, Vava, sull’uso (e abuso) dei micro shorts

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E poi capita che vi sia chi non se la sente di esporsi, ma che vorrebbe ugualmente fare parte di questa pagina.
E allora accade che mi scriva in privato.

«Siamo sicuri che infilarsi uno striminzito paio di micro shorts sia sinonimo di libertà?»

Vi risponde Vava che, per via telematica, ho convinto a concedersi nonostante l’iniziale timidezza:

-“Ti scrivo in privato perché vorrei commentare il tuo post sugli shorts ma temo di prendere una deriva in stile “femminista che non si depila le ascelle” e un po’ mi vergogno. E, soprattutto, temo i commenti degli uomini.
Sono giorni che mi interrogo su questo fenomeno apparentemente insignificante. Vedo ragazzine e donne che li indossano in massa e non tutte possono vantare un physique du rôle. Mi dico: “beate loro, si piacciono così come sono”.
Poi sui giornali leggo “Boom di interventi di chirurgia estetica per indossare gli shorts dell’estate”.

«E capisco che non ha vinto l’autostima, bensì la moda.»

Così mi faccio domande più profonde e sfioro il complottismo.
Perchè in tempi in cui non si fa che tentare di combattere l’anoressia e i modelli di bellezza precostituiti nasce un trend così netto e smaccatamente “razzista”? Oggettivamente, l’1% della popolazione femminile si può permettere i microshorts; eppure il successo è totale. Avete provato a comprare pantaloncini classici che arrivino a metà coscia? Impossibile. Non esistono! Introvabili come il vinile di Sticky Fingers con la zip.
La moda è ancora più subdola se consideriamo che è volutamente diretta alle teen ager che, in piena fase omologazione, non possono rifiutarsi di indossarli, ma allo stesso tempo sanno di esporsi a commenti non proprio lusinghieri.
Il ricatto, implicitamente, è: se non aderisci perfettamente all’ideale corrente o sei una sfigata fuori moda o sei un cesso e sarà chiaro e inequivocabile per tutti. Perché non posso avere il diritto di sentirmi bella e alla moda anche se non sono perfetta?
Eppure fino a qualche anno fa gli abiti valorizzavano ogni tipo di donna, chiunque abbia provato qualche abito vintage lo sa.
Paradossalmente sembra che i canoni estetici si siano estremizzati parallelamente all’avanzamento dell’emancipazione femminile, come se non si potessero avere bellezza e realizzazione personale contemporaneamente. E qui il complottismo sfiora livelli degni di Giacobbo. Per secoli la donna si è sentita inferiore intellettualmente; ora che sta acquisendo consapevolezza è costretta a sentirsi eternamente inadeguata sul piano estetico. Chissà cosa potrebbe succedere se le donne si sentissero belle e potenti allo stesso tempo! Chissà quali traguardi potrebbero conquistare se la loro energia fosse sorretta da un’adeguata autostima! Meglio non scoprirlo, altrimenti chissà dove finirebbero i ruoli tradizionali.
Come avevo premesso il discorso è da “femminista che non porta il reggiseno” e ovviamente gli shorts non sono la causa di ogni male, ma trovo che siano un sintomo piuttosto preoccupante di nuove subdole forme di costrizione…logicamente però spero che chi li indossa li scelga perché li trova belli.
Basta, mi interrompo… ecco, modalità Valerie Solanas off.
Love, ti leggo sempre!
P.s.: e se da domani per gli uomini esistessero solo microscopici costumi slip? Non sarebbero ridotti ad essere valutati per le dimensioni del loro pene? E se una mosca bianca mettesse i boxer comunicherebbe implicitamente “ce l’ho piccolo” oppure “sono un nerd?”. Forse sì. Ma nessuno penserebbe mai di proporre agli uomini qualcosa che ne evidenziasse i difetti. -


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